Giorni, questi, in cui ci sentiamo anime nude e sparute, catapultate in un mondo che è cambiato in solo pochi mesi, anche se ad alcuni è sembrato un lungo periodo, mentre altri hanno riscoperto un calore dentro di sè a cui faticano a rinunciare. C’è chi ha pianto di angoscia o tristezza pensando di non poter più rimanere nel tempo sospeso dell’attesa. Affrontare la realtà è spesso difficile e complesso. Soprattutto se le informazioni che cerchiamo sono contrastanti fra loro, e continuano ad essere diffuse in modo contraddittorio, generando una confusione che non aiuta nessuno a trovare un modo equilibrato per riaffacciarsi alla propria finestra e guardare il mondo.
Allora cerchiamo risposte dalla scienza ma, come ha affermato recentemente in un’intervista Umberto Galimberti “…la scienza non dice cose vere, ma solo cose esatte… E ha bisogno di tempo, la scienza avanza per tentativi”.
Altre volte di fronte all’incertezza che non sappia gestire alcuni cercano sicurezza nelle regole che vengono date, mentre altri sono alla ricerca di una bacchetta magica che renda tutto più facile e veloce, che faccia svanire il problema. Allontanandosi così da Cuore e Anima, smettendo di ascoltare la propria voce interiore.
Così con timidezza proviamo a riaffacciarci alla quotidianità della vita, e con fatica affrontiamo le difficoltà della ripresa.
Siamo un po’ anime nude e, come quando ci si presenta ad anima nuda ad una persona, lo facciamo presentandoci all’altro disarmati e indifesi, la stessa cosa accade anche quando ci riveliamo così a noi stessi…..
Attori delle nostre fragilità….perché scoprire l’anima, metterla a nudo è parlare di sè. In questo caso parlare di sè a se stessi. Solo così il nostro Sè sarà capace di raccontare senza dissimulare, evidenziare senza sottacere, senza tradire la comprensione della complessità del mondo interno, in questo momento disarmato di fronte alla complessità del mondo in generale, di fronte ad emozioni mai banali o scontate.
E allora dovremmo cercare di essere in grado di farci le domande che non si ha il coraggio di farsi in tanti altri momenti, parlare e accarezzare l’anima come se ci fosse un altro che l’ascolta, denudandola con delicatezza e infinito rispetto.
Dovremmo mettere a fuoco e affrontare i valori ed i sapori della vita, in un modo nuovo, in maniera delicata, profonda e viscerale…viscerale…sì proprio così perché è attraverso quello che sentiamo nei visceri, nel nostro istinto primordiale, che arriveremo, attraverso un’attenta e sottile analisi psicologica della parte più profonda dell’animo umano, a capire il senso di quanto accaduto dentro e fuori di noi.
Non so quanto troveremo ferite o solchi profondi, ma attraverso il nostro “kintsugi”, l’arte di riparare e dare valore alle nostre ferite, le renderemo preziose, donandoci la possibilità di vedere quelle verità nascoste, quelle emozioni che sono lì da sempre e fanno parte della nostra anima. La nostra anima nuda.
Farlo richiede consapevolezza, perché nel dopo, di cui fanno parte anche le ceneri, nulla sarà più integro, come prima. Sarà diverso, senza limiti né inibizioni. Senza mettere un limite al nostro essere. Provando anche quello strano sentimento di estraneità e di irrequietezza….con la sensazione di trovarsi sempre nel luogo e nel momento sbagliato, soli di fronte al nuovo mondo, soli nell’inquieto passaggio dall’uno all’altro degli innumerevoli scenari che fanno parte della nostra vita. Scoprire che la terra è nuda come l’anima nella profondità della sua essenza. È così, di fronte a tale intensità, ci scioglieremmo in un abbraccio, vorremmo fare quello che adesso fatichiamo ad avere.
Mai come ora dobbiamo scrutarci dentro, un po’ come quando ci si siede di fronte e ci si guarda negli occhi, ora più intensi dietro le mascherine, ma che a volte stentano a riconoscersi. Ma dovremo sederci di fronte a noi stessi. Gli occhi come specchio dell’anima, cercando l’intensità degli sguardi.
E per mettere a nudo la propria anima ci vuole coraggio, forse anche un pizzico di sfida, soprattutto quando lo si fa di fronte a se stessi.
Perché con gli altri possiamo indossare le maschere, ma di fronte a noi stessi, quando ci chiediamo chi siamo, diventa difficile continuare ad indossarle, per questo chiedersi se vogliamo continuare ad indossare quella seconda pelle diventa prioritario. Anche se può farci sentire inabissati in un oceano di emozioni. Ma è proprio questo l’atto di coraggio che ci serve per risollevarci dal profondo, “di dentro”, del nostro essere.
E dal sentirci in difficoltà e immobili, se ci apriremo a noi, al nostro vero Sè, sentiremo incalzare con determinazione la forza d’animo, che come una danza ci farà vibrare di sensi e solitudine, quella solitudine che abbiamo percorso da soli alla ricerca di chi siamo e di come verremo fuori da questa situazione.
Sono tanti i viaggi che si possono fare, ma quello che ci consente d’incontrare la nostra anima rimane il più difficile in assoluto da intraprendere.
E solo se saremo in grado di essere anime nude potremo andare alla ricerca della scintilla che riaccenderà le nuove forme della nostra vita.